
Il Ritorno Di Giuseppe
Fabrizio De André
Stelle, già dal tramonto
si contendono il cielo a frotte
luci meticolose
nell'insegnarti la notte
Un asino dai passi uguali
compagno del tuo ritorno
scandisce la distanza
lungo il morire del giorno
Ai tuoi occhi, il deserto
una distesa di segatura
minuscoli frammenti
della fatica della natura
Gli uomini della sabbia
hanno profili da assassini
rinchiusi nei silenzi
d'una prigione senza confini
Odore di Gerusalemme
la tua mano accarezza il disegno
d'una bambola magra
intagliata del legno
"La vestirai, Maria
ritornerai a quei giochi
lasciati quando i tuoi anni
erano così pochi."
E lei volò fra le tue braccia
come una rondine
e le sue dita come lacrime
dal tuo ciglio alla gola
suggerivano al viso
una volta ignorato
la tenerezza d'un sorriso
un affetto quasi implorato
E lo stupore nei tuoi occhi
salì dalle tue mani
che vuote intorno alle sue spalle
si colmarono ai fianchi
della forma precisa
d'una vita recente
di quel segreto che si svela
quando lievita il ventre
E a te, che cercavi il motivo
d'un inganno inespresso dal volto
lei propose l'inquieto ricordo
fra i resti d'un sogno raccolto



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