La fuga in fa
Folkabbestia
Via!
Alban era il cantore di Tirana,
giovane vate, nel petto aveva il fuoco.
Pensava che nella patria dei poeti,
sarebbe certo migliorato in prosodia.
Quando bagnato tocco le amate sponde,
trovò ad attenderlo uomini in divisa.
Signori miei, lasciate che mi spieghi,
nelle mie vene scorre il sangue di Montale! .
Pur tuttavia, ai versi del cannone,
vi dico io, non aspetterò l'ispirazione: VIA!
Alì voleva fare il musicista,
a Casablanca aveva fama di virtuoso,
Bach e Beethoven conosceva così bene,
che meditava di vivere in Berlino,
ma appena lì trovò due tipi molto strani,
senza capelli ed un randello nelle mani.
Disse: Signori miei, non è come pensate,
io come voi mi porto Wagner nel cuore! .
Ma tuttavia, a quelle melodie,
lui preferì l'andante rapido con brio: VIA!
Ma, se ne va, la fuga in fa.
Ci vuol molto più coraggio nel fuggir, che a restar.
Comunque sia, quasi sempre è più difficile andar via.
Sentite adesso la vicenda di Pasquale,
rampante imprenditore di Avellino,
innamorato dello stato federale,
pensò di andarselo ad imprendere a Milano.
Passava un giorno dalle parti di Pontida,
con una pizza 'muzzarella e pumarola'.
Cari paisà, song' l'anima leghista! ,
disse ad un gruppo di energumeni padani,
Poi pensò bene di allungare la falcata,
che l'idiozia non si era ancora federata:
VIA!, VIA!, VIA!, VIA!, VIA!, VIA!



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