Pristina
Radiofiera
Siamo nati quasi morti di freddo e di paura
siamo nati sulla schiena di una piccola pianura
noi davanti allo specchio sembravamo dei fratelli
stessi occhi stessa vita stessa luce tra i capelli
Poi un mattino d'inverno il vento dei Balcani
soffiò più forte e il mare ribollì di pescecani
ci spensero le stelle e stuprarono la terra
gli uomini annegarono dentro al piscio della guerra.
E corremmo via braccati dalle mani del dolore
e corremmo fino all'alba e nella fuga io persi il cuore
E' così labile il limite dentro me
è così fragile lo specchio che riflette le storie degli uomini
che a volte esplode aprendomi tagli che sembrano confini
tra sogno e realtà... tra sogno e realtà...
Ci siamo persi nella notte a due passi dalla vetta
ti ho lasciato che ballavi mentre ti tenevi stretta
ti ho guardata tra le foglie sotto i raggi della luna
ti ho sentita che piangevi e pregavi la fortuna
Ho lanciato una moneta per chiedere alla sorte
quale fosse la più giusta tra tutte le mie porte
ma tanto era il rumore dell'orchestra e del suo tango
la moneta prese vento e cadde giù nel fango
E corsi via braccato dalle mani del dolore
e corsi fino all'alba e nella fuga io persi il cuore
E' così labile il limite dentro me
è così fragile lo specchio che riflette le storie degli uomini
che a volte esplode aprendomi tagli che sembrano confini
tra sogno e realtà... tra sogno e realtà...
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